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L’Europa in frantumi è un viaggio nella storia recente del continente, ma anche una diagnosi politica, economica e morale.
Non un pamphlet, né un atto d’accusa, ma un’indagine profonda sulle cause strutturali del declino europeo — un declino lento, silenzioso, ma inesorabile, che ha trasformato il sogno dell’unità in un sistema di vincoli, e la speranza di una casa comune in un edificio amministrativo senz’anima.
Achille De Tommaso, fisico elettronico e protagonista per oltre quarant’anni della rivoluzione digitale europea, osserva l’Europa non come un politico né come un economista, ma come uno scienziato abituato a leggere le connessioni invisibili fra i sistemi complessi. E ciò che emerge da questa analisi è l’immagine di un continente che, nel tentativo di difendersi dal disordine, ha finito per rinunciare alla propria libertà.
Il libro ricostruisce le tappe fondamentali di questa parabola.
Dal “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia — che sancì la resa della politica alla logica dei mercati — alla fine dell’illusione keynesiana e alla nascita del mito del “vincolo esterno”, De Tommaso mostra come l’Italia e l’Europa abbiano progressivamente delegato le proprie scelte economiche e sociali a poteri sovranazionali, riducendo la politica a semplice gestione contabile.
L’Unione Europea, costruita sul principio della convergenza, ha in realtà prodotto divergenza: tra Nord e Sud, tra economie industriali e periferie produttive, tra popoli che condividono una moneta ma non più una visione comune.
Nelle pagine centrali, l’autore esplora il paradosso della tecnocrazia: governi guidati da figure non elette — in Italia, in Grecia, in Portogallo — chiamati a “salvare” la stabilità finanziaria sacrificando la rappresentanza democratica. È la stagione dei “professori”, dei “commissari”, dei “piani di riforma” scritti a Bruxelles o a Francoforte e ratificati in Parlamento come atti dovuti.
La crisi del mandato popolare, spiega De Tommaso, non nasce dall’irrazionalità dei cittadini, ma dalla loro esclusione sistematica dai processi decisionali. È in questo vuoto che germina il populismo, interpretato non come malattia, ma come risposta immunitaria di una società che tenta di difendersi da un corpo politico divenuto estraneo. L’analisi, tuttavia, non è mai ideologica. De Tommaso non propone né un ritorno al nazionalismo, né un’adesione cieca al progetto comunitario: invita piuttosto a ripensare l’Europa come organismo vivente, fatto di culture, linguaggi, economie interdipendenti, ma non omologate.
Con uno stile che unisce rigore analitico e profondità letteraria, l’autore attraversa i nodi economici e morali di cinquant’anni di integrazione, intrecciando dati, grafici e riflessioni di respiro filosofico.
La stagnazione economica italiana, l’egemonia tedesca, la crisi dell’Eurozona, il ruolo dei mercati e delle istituzioni finanziarie internazionali — tutto è analizzato con la precisione di un fisico e la sensibilità di un osservatore dell’animo umano.
Eppure, nonostante la diagnosi impietosa, il libro non è privo di speranza.
Nel capitolo conclusivo, De Tommaso apre uno spiraglio verso la rinascita culturale dell’Europa: un’Europa capace di recuperare la propria diversità, di fondare la propria unità non sull’economia ma sulla conoscenza, sull’arte, sulla scienza e sul coraggio di pensare controcorrente.
Solo un’Europa che torni a discutere di valori e non solo di parametri potrà ritrovare il proprio destino.
L’Europa in frantumi è dunque un atto d’amore verso un continente che si sta perdendo, ma che può ancora ritrovarsi.
È il libro di un uomo che ha vissuto l’Europa delle industrie, delle reti, delle rivoluzioni tecnologiche, e che oggi, guardandola da scienziato e da cittadino, cerca di restituirle una voce umana.

SOMMARIO

 

Prefazione – L’Europa in frantumi 15

Introduzione – Anatomia di un declino annunciato   17

1. La nascita della religione della regola  17

2. L’illusione del progetto comune  18

3. L’egemonia della paura  18

4. Il collasso silenzioso   19

5. L’ipotesi di questo libro   19

Parte I – Le origini strutturali (1973–1992)  21

Dalla crisi petrolifera al Trattato di Maastricht  21

Capitolo 1 – Il giorno in cui l’Europa si fermò   22

1.1 La fine dell’abbondanza  23

1.2 La nascita del vincolo esterno   23

1.3 Dalla politica alla procedura  24

Capitolo 2 – Il progetto incompiuto   32

2.1 Dall’Atto Unico a Maastricht  32

2.2 L’egemonia tedesca e la perdita di sovranità  33

2.3 Le radici giuridiche dell’immobilismo   34

Parte II – Il trionfo dell’austerità (1992–2012)  39

L’Europa che sceglie la regola invece del progetto   39

Capitolo 3 – L’euro come religione  40

3.1 Il culto della stabilità  40

3.2 La moneta come identità  41

3.3 Il modello impossibile  42

3.4 Europa e USA   43

Capitolo 4 – L’Italia nel labirinto   49

4.1 – Il “divorzio” Tesoro–Banca d’Italia e la resa della politica  49

4.2 – Le illusioni del rigore: dal Prodi I al Monti-bis  51

4.3 – La stagnazione come destino: il decennio perduto   55

Capitolo 5 – La democrazia sospesa   66

5.1 – Tecnocrazie, mercati e la crisi del mandato popolare  69

5.2 – Il caso Grecia e l’ingegneria del consenso forzato   72

5.3 – Populismo come risposta immunitaria  75

Parte III – La crisi di identità (2013–2025)  84

Quando l’Unione smette di unire  84

Capitolo 6 – L’Europa che ha perso il mondo   85

6.1 – Il ritiro geopolitico e la marginalità industriale  88

6.2 – La guerra in Ucraina e il ritorno dell’obbedienza atlantica  91

6.3 – La politica estera senza politica  95

Capitolo 7 – L’Unione dei diseguali 101

7.1 – Nord produttivo, Sud assistito: un mito utile  104

7.2 – I nuovi confini dell’economia duale  108

7.3 – La crisi della solidarietà e il mito dei “frugali”  111

Capitolo 8 – Il suicidio culturale  126

8.1 – Dalla civiltà della conoscenza alla burocrazia dei vincoli 129

8.2 – La perdita di identità e la neutralizzazione del pensiero critico   132

8.3 – L’Europa come museo di sé stessa  136

Parte IV – Uscire dal labirinto   156

Ripensare il progetto europeo senza distruggerlo   156

Capitolo 9 – Riformare o rifondare  157

9.1 – La revisione possibile: un’Europa a cerchi concentrici 160

9.2 – Il nodo franco-tedesco e il ritorno del Mediterraneo   164

9.3 – Dal vincolo esterno alla responsabilità interna  168

Capitolo 10 – Rinascita culturale e politica   180

10.1 – L’Europa come civiltà della complessità  183

10.2 – Nuovo umanesimo tecnologico   186

10.3 – La sovranità della conoscenza  190

Conclusione – L’Europa che rischia di non rischiare più   212

Appendice A – Cronologia sintetica delle crisi (1973-2025)  214

Appendice B – Indicatori economici comparati UE–USA–Asia  217

Appendice C – Lessico del declino: i termini che hanno ingannato una generazione  221

Appendice D – Bibliografia completa e fonti online  225

ALTRI LIBRI DELLO STESSO     AUTORE  230

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